Credo che al momento di dover scegliere uno psicoterapeuta sia fondamentale conoscere l’approccio che utilizza, poiché esistono diversi tipi di psicoterapia che rispondono a diversi tipi di personalità. E’ anche il motivo per cui, qualora non si avessero risultati con un particolare tipo di psicoterapia, sarebbe meglio provarne un altro tipo, anziché gettare la spugna: è un po’ come per i medicinali, uno ti dà effetti collaterali e un altro no.
Eccomi quindi a parlare del mio approccio terapeutico: l’Approccio Centrato sulla Persona e la Terapia Centrata sul Cliente, una scuola di matrice umanista fondata da Carl R. Rogers, psicologo statunitense vissuto tra il 1902 e il 1987.
Matrice umanista significa che si discosta dalle due scuole di psicologia fondamentali (quella freudiana e quella cognitivo-comportamentale) per divergenze profonde, tanto nella visione della natura umana che del trattamento.
Rogers infatti teorizza una relazione psicoterapeutica di tipo paritario, in cui il terapeuta non è l’esperto, ma una persona fallibile come chiunque altro, con in più le mappe che il cliente (non parla di paziente per via della implicazione di posizione di inferiorità) non ha, pur essendo lui a conoscere il suo territorio; la relazione terapeutica non è altro, allora, che un’esplorazione condivisa del modo di essere del cliente.
Rogers, inoltre, non trova utili né il concetto di inconscio tanto caro a Freud, né tantomeno quelli di rinforzo e di black-box tanto cari ai cognitivo-comportamentali, e preferisce parlare di simbolizzazione dell’esperienza e di costrutti: il primo concetto con riferimento alla maggiore o minore gestione delle emozioni nel corso dell’esperienza, che può anche esitare in uno scollamento tra piano emotivo e cognitivo e quindi ad uno shock da trauma; il secondo con riferimento a quei ragionamenti che spiegano il modo di essere, che possono essere innati o imposti dalle figure di accudimento e quindi rigidi. La scorretta simbolizzazione dell’esperienza e un numero eccessivo di costrutti rigidi sono alla base dello stato di incongruenza in cui verte il cliente, ovvero il malessere psicologico dovuto ad una dissonanza tra Sé Reale e Sé Ideale, ovvero ciò che è e ciò che vorrebbe essere.
L’ultima grande differenza con l’approccio freudiano e quello cognitivo-comportamentale è il concetto di tendenza attualizzante, ovvero la tendenza di qualsiasi organismo di raggiungere il più alto livello possibile di sviluppo, non soltanto in base alle proprie caratteristiche biologiche, ma anche a quelle psicologiche e ambientali: se il processo evolutivo risulta interrotto, può essere ripristinato creando delle condizioni più favorevoli.
Tali condizioni, in ambito psicoterapeutico si traducono nelle 3 condizioni del terapeuta:
- Congruenza, ovvero la capacità del terapeuta di essere autentico;
- Empatia, assumere la posizione del come se le emozioni del cliente siano le proprie;
- Accettazione positiva e incondizionata, cioè l’astensione del giudizio.